Tradizioni  Bersaglieresche (*) 

 

 

Le tradizioni del Corpo dei bersaglieri sono numerose. Ci limitiamo ad indicare le più importanti :

 

PIUMETTO o “pennacchio”: Era inizialmente  costituito da penne di gallo cedrone (o urogallo) per la truppa e piume di struzzo di color verde per gli Ufficiali. La scelta delle piume non era dovuta ad una civetteria. Questo ornamento, comune ai “cacciatori “ dei vari eserciti, era dettato dalla necessità di meglio occultarsi, un principio di quella che poi si chiamerà “mimetizzazione”.

 

CAPPELLO  PIUMATO : composto da una coppa rotonda di feltro nero che andava restringendosi verso l’alto,con all’interno una cupoletta d’acciaio tale da proteggere il capo dalle sciabolate dei cavalieri nemici. Viene portato inclinato sul lato destro del capo perché, secondo la leggenda, Lamarmora, vestendo il Serg.Vajra, primo bersagliere a vestire l’uniforme, gli lanciò il cappello e questi lo “parò” con la testa sulla quale rimase  piegato sulle ventitré .

L’ampia tesa di cui è fornito il cappello aveva lo scopo di riparare i bersaglieri dal sole e dalla pioggia onde permettere un più efficace tiro al bersaglio. E’ l’emblema per eccellenza del Corpo, un simbolo secondo soltanto al tricolore.

 

FEZ : ha la sua origine in Crimea (1855), dove gli Zuavi, entusiasmati dal valore dimostrato dai Bersaglieri nella battaglia della Cernia, offrirono il loro copricapo, ilFez in segno di ammirazione. Prima, i bersaglieri portavano un berrettino di maglia di cotone, di color turchino e con un fiocco rosso, che copriva le orecchie e poteva tenersi anche sotto il cappello piumato .

 

CORDONE VERDE : serviva sia a sostenere la fiaschetta della polvere da sparo(che cadeva sul fianco destro) sia ad agganciare trombette e corni. Ve ne erano due: uno da fatica ed uno da parata (come quello odierno) al quale era attaccato anche un fischietto di legno nero che serviva per i segnali convenzionali in luogo della voce .

 

SCIABOLA : ricurva con elsa dorata e pomo raffigurante una testa di leone, studiata espressamente da Lamarmora che la copiò dalla scimitarra turca perché i fendenti erano molto efficaci .

 

BICICLETTA : introdotta nel 1898 su proposta del Capitano Luigi Natali per dare ai Bersaglieri una certa mobilità è diventata il simbolo di tante generazioni ed ad essa è legata il mito di Enrico Toti. Chiamata affettuosamente “carriola” era pieghevole per poter essere spalleggiata durante gli assalti, aveva le gomme piene e portava una sacca a forma di cartella sulla canna .

 

FANFARA : nata nel 1836 con la 1^ compagnia di bersaglieri, è la più bella delle tradizioni bersaglieresche. Fu voluta dal Lamarmora perché fosse l’anima del reparto, la sua voce spirituale ed incitatrice. I trombettieri oltre ad eseguire i segnali erano impiegati anche ad annunciare il passaggio dei bersaglieri per le strade della città. Durante le marce, i trombettieri erano scaglionati nelle varie squadre e plotoni e si alternavano nel suono; quando smetteva il trombettiere di testa subentrava il secondo e così via : si otteneva così la continuità del suono, con il risultato di non lasciare mai il reparto senza la cadenza musicale .

 

HIP-HIP-URRAH! : era il grido di guerra dei soldati inglesi. Il Gen. Reglan, nella battaglia di Crimea, stupefatto dal comportamento dei Bersaglieri, lo offrì loro come ricompensa al valore collettivo .                 E' tradizione ancora oggi gridare “URRAH!” al comando di “rompete le righe”.

 

LE FIAMME CREMISI : sono tra i simboli più vantati dai Bersaglieri . Comparvero per la prima volta sulla giubba a collo rovesciato adottata nel 1871. Le fiamme erano a “coda di topo” ,cioè con le due lingue molto sottili che si allungavano fin quasi a congiungersi dietro il colletto; oggi la tradizione è salvaguardata da quelle, seppur molto piccole, di tipo metallico .

 

 

(*) da “Bersagliere al Settimo” di Carlo Maria TANGORRA